DESCRIZIONE
Zanica
Portale Web del Comune di Bergamo – Pianura Bergamasca “Sanga” ( i giopì )
Zanica è un comune italiano della provincia di Bergamo in Lombardia situato a 7 chilometri a sud del capoluogo BERGAMO. Localizzato a 210 metri sul livello del mare, il paese si sviluppa su un territorio pianeggiante, alla sinistra del torrente Morla.
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Popolazione Residente | |
8.700 (M 4.390, F 4.310) Densità per Kmq: 593,5 Superficie: 14,66 Kmq |
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Codici | |
CAP | 24050 |
Telefonico | Prefisso 035 |
Codice Istat | 016245 |
Codice Catastale | M147 |
Informazioni | |
Denominazione Abitanti | zanichesi |
Santo Patrono | San Nicolò |
Festa Patronale | 6 dicembre |
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Cosa visitare a Zanica:
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MERCATO SETTIMANALE
Zanica | Via Padergnone | giovedi | 35 Banchi |
CENNI STORICI
CENNI STORICI di ZANICA
774, siamo in epoca longobarda e a questa data risale il primo documento che cita Zanica, con il nome di Vettianica. Si tratta del testamento di Taidone.
Il testamento di Taidone del 774(da “Un paese per viverci”)
La Pergamena è conservata in originale presso la Civica Biblioteca di Bergamo e contiene lasciti a favore di varie chiese bergamasche, tra cui la Basilica intitolata a Sant’Ambrogio a Zanica. Vi si legge: “Basilice Beatissimi sacerdoti … Christi confessoris Sancti Ambrosii sito Vetianica”.
Verosimilmente la chiesa citata non corrisponde alla parrocchiale dedicata a San Nicolò, documentata con certezza solo dal 1226. Un manoscritto di quell’anno ricorda infatti la presenza della “Ecclesia Sancti Nicolai Vetianicae” ( da ” Zanica, Arte e Storia nella Parrocchiale XVI – XVII sec.”).
Il beneficio di Taidone, tuttavia, è una fonte importante a testimonianza del ruolo svolto dall’istituzione religiosa nel processo di formazione dell’antico borgo. In effetti la presenza della Chiesa locale è stata determinante nel processo di aggregazione e di identificazione di una comunità che cresceva intorno ad essa.
La storia plurimillenaria di Zanica è ricostruita attraverso una varietà di fonti, dai reperti archeologici alle pergamene antecedenti al Mille, ma la nascita della nostra comunità si perde in tempi più lontani che ci portano addirittura all’età del ferro, circa al IX secolo a.C.
Preziosi sono i ritrovamenti esposti presso il Museo Archeologico di Città Alta, risalenti all’epoca romana, quali corredi funerari, armi, monili, suppellettili, che testimoniano la presenza di un insediamento umano e avvalorano l’ipotesi di Angelo Mazzi sulla derivazione latina del nome di Zanica.
Lo storico, nella sua Corografia Bergomense nei secoli VIII, IX e X, non esita infatti a far derivare il nome Vettianica dal nome di un patrizio romano Vettius, che avrebbe posseduto i Prata Vettianica. L’ affermazione è sostenuta dal rinvenimento nel vicino sito di Grassobbio di una iscrizione che ricorda una certa Vettia.
Al nome attuale si giunge attraverso diverse trasformazioni: da Vetianica (774) a Veczaneca (870), poi a Vecianica (971), a Vezanica (1263) fino a Zanga (1596) ( nome questo che richiama quello dialettale di Sanga) e quindi a Zanica (1776).
Della presenza dei Romani il territorio di Zanica conserva poi alcune tracce molto interessanti per la ricerca storica ed urbanistica. Nell’area della Madonna dei Campi, in prossimità del confine con Comun Nuovo, l’assetto attuale dei coltivi e la direzione dei corsi d’acqua rimandano, come evidenziato dalla Carta Archeologica della Provincia di Bergamo, all’impianto territoriale antico delle centurie romane. Si tratta di quella maglia ortogonale che divideva le terre in lotti generalmente quadrati e che costituiva la base catastale per l’assegnazione delle terre da parte dello Stato romano. Le centurie, realizzate in due fasi successive, la prima a partire dall’89 a.C. e la seconda non più tardi dell’età augustea, hanno dato un’impronta perenne all’assetto del nostro territorio.
Sono ancora evidenti ed utilizzati i tracciati di strade romane in uscita in senso radiale da Bergamo, come la via Cremasca. Più difficile invece la ricostruzione delle rete idrica di quell’epoca, ma la consistenza dell’opera di centuriazione fa presupporre una serie di interventi legati all’acqua , di presa dal fiume e di canalizzazione, per irrigare suoli permeabili e asciutti. Grazie all’opera di bonifica dei Romani, che potevano contare su una gran quantità di lavoro servile, si assiste così gradualmente all’espansione delle culture ed alla riduzione del manto vegetale.
Il processo non si ferma tuttavia con la caduta dell’impero romano, anzi riprende nell’alto medioevo con la graduale affermazione e autonomia dei borghi rurali nei confronti della città. Le pergamene medievali ( atti notarili, diplomi imperiali, statuti cittadini) ci aiutano a comprendere le dinamiche politiche, economiche e territoriali in atto e soprattutto attestano l’esistenza di una comunità ormai radicata, la cui attività agricola plurisecolare contribuisce a modificare fortemente il paesaggio.
Nella chiesa parrocchiale, dedicata a san Nicolò vescovo, sono conservati dipinti di Palma il Giovane, Sante Peranda e Francesco Cavagna, un polittico della bottega dei Marinoni e un coro ligneo di Giuseppe Caniana.
In ambito naturalistico, il comune è stato inserito nel Parco agricolo del Rio Morla e delle rogge, un PLIS che si prefigge di tutelare sia il corso del fiume Morla e delle rogge che compongono l’intricato sistema irriguo delle campagne, sia gli ambienti rurali presenti.
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VIDEO
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