Cene

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Cene è un comune italiano della provincia di Bergamo, Valle Seriana in Lombardia situato a 15 chilometri a nord-est dal capoluogo orobico, è interamente situato sulla sinistra orografica della val Seriana, ad un’altezza compresa tra i circa 360 m s.l.m. della piana alluvionale del fondovalle, ai quasi 800 delle propaggini del monte Altino.

 

 

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Popolazione Residente
4.300 (M 2.137, F 2.163)
Densità per Kmq: 501,8
Superficie: 8,57 Kmq
Codici
CAP 24020
Telefonico Prefisso 035
Codice Istat 016070
Codice Catastale C459
Informazioni
Denominazione Abitanti cenesi
Santo Patrono San Zenone
Festa Patronale Terzo Sabato di Luglio
Etimologia (origine del nome)
Secondo alcuni sarebbe riconducibile al latino caenum (fango), anche se è più probabile una derivazione dal nome latino di persona Accenna.
Cosa visitare a Cene:

 

Comuni Confinanti

 

MERCATO SETTIMANALE

Cene Piazza Martiri Cefalonia venerdi 4 Banchi

 

 CENNI STORICI

Il territorio comunale di Cene, distante 15 chilometri a nord-est dal capoluogo orobico, è interamente situato sulla sinistra orografica della val Seriana, ad un’altezza compresa tra i circa 360 m.s.l.m. della piana alluvionale del fondovalle, ai quasi 800 delle propaggini del monte Altino.

Territorialmente è delimitato dal corso del fiume Serio, che lo suddivide ad Ovest da Comenduno (frazione di Albino), mentre a Nord-Ovest da Gazzaniga e Fiorano al Serio. A Nord è invece demarcato dal fondovalle della piccola “valle Asinina” che lo divide da Casnigo, mentre a Nord-Est da Leffe dalla “valle Noes”, tributaria della valle Rossa. Infine a fungere da limite orientale e meridionale sono le pendici dei monti circostanti: ad Est quelle del monte Altinello, con Gaverina Terme e Bianzano, mentre a Sud quelle del monte Altino e della sua propaggine colle Sfanino, con Vall’Alta, anch’essa frazione di Albino.

La gran parte della popolazione risiede nel nucleo abitativo posto nel fondovalle, lungo l’asta del fiume Serio che, ampliatosi negli ultimi decenni del XX secolo, si presenta con soluzione di continuità abitativa da Nord a Sud, alle cui estremità sono poste le zone industriali che raccolgono le attività artigianali del paese. A Nord vi è quella storica denominata “Bellora” e costruita nel XIX secolo, mentre a Sud quella prettamente artigianale, edificata negli ultimi anni del XX secolo.

Il torrente Doppia in località Molini, al termine della valle Rossa

Pochi sono invece gli insediamenti posti sulle pendici del monte Bue (707 m.s.l.m.), colle che sovrasta l’abitato in direzione Nord, e quelli nella verde valle Rossa. Quest’ultima, stretta tra lo stesso monte Bue ed il monte Altino, è compresa per il suo tratto finale in territorio cenese mentre nella la parte più a monte in quello di Bianzano. Questa è percorsa dal torrente Doppia che, raccogliendo le acque di numerosi piccoli rivoli composti dalle acque in eccesso provenienti dai monti circostanti, con il suo corso “taglia” completamente il territorio da Est ad Ovest, sfociando nel Serio da sinistra e delimitando quelle che un tempo erano le contrade di “Cene di Sopra” e “Cene di Sotto”.

Sempre in ambito idrografico, è da segnalare il canale artificiale che alimenta il complesso industriale “Bellora”. Questo preleva le acque presso lo sbarramento detto della “Rosta”, posto a Nord poco distante dallo sbocco della valle Asinina, per restituire completamente la portata poche centinaia di metri più a valle, dove permette il funzionamento di una piccola centrale idroelettrica.

Per ciò che concerne la viabilità, il paese ha una rete stradale ordinaria molto semplice, facente riferimento alla via che attraversa il centro abitato, che per secoli è stata l’arteria dei traffici e commerci della bassa valle, e che mette in comunicazione a Nord con Gazzaniga ed a Sud con la valle del Lujo ed Albino. In quest’ultima zona, a fianco del fiume Serio, si trova lo svincolo con l’accesso alla superstrada SP35 di scorrimento Bergamo-Clusone.

Ad essa si aggiunge sia la S.P.40 che dal capoluogo si addentra nella valle Rossa, da cui è possibile raggiungere sia Leffe (tramite la S.P.62) che Bianzano e la val Cavallina, che la piccola strada che sale al colle Sfanino, da cui si può arrivare a Vall’Alta o al sovrastante santuario della Madonna di Altino.

Età comunale e lotte di fazione

Sul finire del secolo Cene riuscì ad emanciparsi, redigendo quindi una serie di statuti ed ordinamenti ed ergendosi a comune autonomo posto sotto il controllo della città di Bergamo.

Questa nuova organizzazione di tipo comunale permise al comune di gestire in autonomia lo sfruttamento dei boschi e dei pascoli, di poter definire confini amministrativi e viabilità e di organizzare liberamente il culto, come testimoniato da documenti che indicano presente la chiesa di san Zenone già nel 1142.

In breve la posizione strategica garantì al paese un ruolo di primissimo piano nelle vicende della valle. Vennero costruite numerose fortificazioni, tra cui due porte di accesso al paese (una a Nord presso la torre del Mazzo, e l’altra a Sud presso la strada che reca a Vall’Alta), sette torri e ben tre castelli. Di questi, il primo era collocato in località Castel alle pendici occidentali del Monte Bue, tuttora esistente e riadattato ad abitazione civile, il secondo sul fianco del monte Pizzo, del quale restano tratti dell’originale muratura, mentre il terzo sorgeva invece dove ora si trova la chiesa parrocchiale, tanto che la torre è stata trasformata in campanile.

Cominciarono però a verificarsi attriti tra gli abitanti, divisi tra guelfi e ghibellini, che raggiunsero livelli di recrudescenza inauditi. Cene, formalmente schieratosi con la fazione guelfa, venne a trovarsi stretta tra i domini ghibellini di Bianzano e Gazzaniga.

Fatti di cronaca riportano un’incursione perpetrata da guelfi dei paesi vicini il 3 novembre 1397, in seguito alla quale venne ucciso Antonio d’Anzelino de’Capitani, stessa sorte occorsa ad altri due compaesani nei giorni seguenti. Le cronache del tempo riportano inoltre come abitanti del comune furono coinvolti in scorribande e lotte sviluppatesi nei paesi vicini.

Nel paese tuttavia erano numerosi anche gli appartenenti alla fazione ghibellina, come testimoniato dalla presenza di esponenti della famiglia Suardi, e dal fatto che spesso nelle famiglie si potevano trovare esponenti di entrambi gli schieramenti, situazione che si verificò anche nel casato, a prevalenza ghibellina, dei Capitani. Questa situazione portò ad una divisione sia sociale, tra abitanti e famiglie, che amministrativa.

Difatti in breve Cene venne diviso, con confine rappresentato dal corso del torrente Doppia, tra Cene di sotto, posta sotto tutela del Consiglio Maggiore di Albino, di fazione guelfa, e Cene di sopra, posto sotto la giurisdizione del podestà di Gandino e di fazione ghibellina. Quest’ultima venne inserita nella Confederazione dei liberi comuni della Val Gandino, che garantì una maggiore indipendenza amministrativa ed economica grazie ai privilegi concessi dai Visconti. I due comuni risultavano però uniti in un’unica parrocchia e per ciò che riguardava le fazioni militari.

In ambito religioso, il luogo di maggior interesse è senza dubbio la chiesa parrocchiale che, dedicata a San Zenone, risulta essere stata consacrata per la prima volta il 22 maggio 1142. Probabilmente costruita a sua volta su un luogo di culto preesistente, era inclusa nella fortificazione di un castello che svettava sul luogo di confluenza tra il torrente Doppia con il fiume Serio. Ricostruita nel 1749 dall’architetto Luca Lucchini di Montagnola (frazione Certenago), Ticino (CH), per venire incontro alle mutate esigenze di una popolazione in costante crescita, venne ulteriormente ampliata nel 1929, su progetto dell’ing. Luigi Angelini. Presenta un’unica navata ed un abside che nella struttura primitiva era la navata.

All’interno sono custodite opere di rilievo, tra cui numerosi dipinti secenteschi quali la Madonna con bambino e sant’Antonio di Padova di Carlo Ceresa, la storia della vita di san Zenone di Giuseppe Poli, nonché i più recenti san Luigi ed altri affreschi di Pasquale e Luigi Arzuffi, artisti che hanno anche restaurato altri affreschi eseguiti da Vincenzo Angelo Orelli. Da segnalare anche il grande Crocifisso in legno, di scuola napoletana del XVII secolo, donato in memoria di una ragazza perita in un incidente d’auto.

 

La chiesa di sant’Antonio, in località Valle Rossa

Poco distante, nella contrada Cene di Sotto, si trova la chiesetta della Madonna delle Grazie che, consacrata nel 1720, venne edificata in luogo di un’antica cappelletta posta all’incrocio tra le strade che conducevano a Bergamo e Vall’Alta. Altri edifici religiosi sono la settecentesca chiesetta dell’Annunciazione, posta sul monte Bue e di proprietà privata, e la chiesa di sant’Antonio, situata in località Valle Rossa ed edificata nel 1950.

Per ciò che concerne l’architettura civile, la principale attrazione è la Torre del Mazzo, le cui origini si perdono all’epoca dei Galli Cenomani. Utilizzata anche in epoca romana, periodo del quale rimane il basamento delle mura, ebbe il suo periodo di maggior splendore nel XII secolo quando venne utilizzata come roccaforte di una più complessa fortificazione che in quel punto aveva collocato la porta settentrionale d’accesso al paese. Attualmente di proprietà privata, è strutturata su due piani e presenta una muratura in pietra e sassi a lisca di pesce.

Interessante è anche il centro storico, che mantiene tuttora una struttura di tipo medievale, in cui convivono edifici di origine signorile e rurale. Tra questi si segnalano l’antico castello (ora adibito ad abitazione) posto sulle pendici Nord del monte Bue nella località, detta Ol castèl, che ancora oggi ne attesta la presenza; la secentesca casa Fanti (detta anche del Bastianì), con portico, loggiato e capitelli tuscanici; nonché numerosi edifici posti nella principale via Ulisse Bellora, che mantengono le caratteristiche di abitazioni rurali con ampie corti interne.

Infine è presente il parco Paleontologico, situato a Nord dell’abitato presso quella che un tempo era nota come la “cava Ratta”. Questo permette di visitare il sito in cui sono state rinvenute grandi quantità di fossili, soprattutto pesci e crostacei, ma anche rettili volanti, tra cui l’Eudimorphodon ed il Peteinosaurus. Lo strato fossilifero risale al Triassico superiore ed è costituito da rocce calcaree. L’abbondanza di animali marini testimonia che quest’area era all’epoca sommersa; tuttavia la presenza di rettili volanti indica che nelle vicinanze dovevano esistere anche terre emerse.

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