Osio Sotto

Portale Web del Comune di Bergamo – Pianura Bergamasca Ös Sóta (I saiòcc) 

Osio Sotto è un comune italiano della provincia di Bergamo in Lombardia situato nella pianura centrale bergamasca e dista circa 10 chilometri in direzione sud-ovest rispetto al capoluogo orobico BERGAMO.

 

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Popolazione Residente
12.431 (M 6.251, F 6.180)
Densità per Kmq: 1.668,6
Superficie: 7,45 Kmq
Codici
CAP 24046
Telefonico Prefisso 035
Codice Istat 016153
Codice Catastale G160
Informazioni
Denominazione Abitanti osiensi
Santo Patrono San Donato di Arezzo
Festa Patronale 7 agosto
Etimologia (origine del nome)
Deriva dal nome latino di persona Ausius o Osius. La specifica lo distingue da Osio Sopra.
Comuni Confinanti

MERCATO SETTIMANALE

Osio Sotto Via Machiavelli martedi 110 Banchi

 

La storia del paese è strettamente legata con quella di Osio Sopra, con il quale ha condiviso gran parte delle proprie vicende storiche.

L’antichità

I primi insediamenti stabili si verificarono in epoca romana, quando sul territorio era presente un’importante via di comunicazione che partiva dalla città di Milano e, passando dal ‘’Ponte corvo in località di Marne, giungeva fino a Bergamo. Nel capoluogo l’ultimo tratto di questa strada era chiamato appunto via Osio, fatto che ribadiva l’importanza del borgo osiense.

In quei tempi ad Osio si verificò un’importante opera di centuriazione, con la quale si ebbe un primo sviluppo urbanistico del pagus, in cui ricoprì grande importanza la famiglia patrizia della gens Otia (o gens Oxia), da cui poi ebbe origine il toponimo.

Il Medioevo

Con il termine dell’impero romano il territorio cominciò a spopolarsi in seguito alle invasioni barbariche, che lo resero insicuro e pericoloso. Soltanto l’arrivo deiLongobardi acquietò la situazione, che conobbe un ulteriore sviluppo con il successivo avvento dei Franchi. Questi ultimi crearono i presupposti per la formazione delSacro Romano Impero, istituzione che diede il via al feudalesimo.

Ed è in questo periodo storico che appaiono i primi documenti scritti che attestano l’esistenza di Osio, menzionato in atti del X secolo.

 

Municipio

Inizialmente affidato in gestione alla diocesi di Bergamo, il territorio fu presto al centro delle mire espansionistiche delle famiglie più in vista, tanto da rendere obbligatoria la costruzione di un castello a scopi difensivi, in cui la popolazione poteva rifugiarsi in caso di attacco.

Nel mezzo di queste lotte di fazione tra guelfi e ghibellini, Osio subì una serie di incursioni, dovute alla sempre maggiore importanza che il centro andava assumendo, anche per via delle attività estrattive di salnitro (o nitrato di potassio), che veniva utilizzato nella produzione della polvere da sparo in quell’epoca. Sono documentati scontri tra le opposte fazioni nel 1299, anche se il massimo livello di recrudescenza del fenomeno si ebbe negli anni compresi tra il 1405 ed il 1407.

L’età moderna

La situazione si tranquillizzò quando, nel 1427, Osio entrò a fare parte della Repubblica di Venezia. Questa emanò una serie di decreti, tra cui la costruzione di canali artificiali (su tutti la roggia Serio e la roggia Colleonesca) utilizzati per scopi irrigui, che permisero uno sviluppo economico trainato dall’allevamento e dall’agricoltura, con conseguente miglioramento delle condizioni sociali. Nel 1596 Giovanni da Lezze, conte di Croce della Repubblica di Venezia, compose una particolareggiata descrizione di Bergamo e del suo territorio. Le notizie principali che ritenne scrivere a proposito di Osio Sotto furono:

« La terra è un piano con un castello circondato de muri et fossa a torno nel quale sono case de particulari,

lontan da Bergomo 7 milia, dal Fosso confin milanese tre milia verso la Calonica; ha di circuito mezo milio, largo uno, vi sono alcune chiese ma destrutte. Gente povera, tre famiglie sole de contadini che cadaun di loro può haver circa ducati 100 entrata.[8] »

(G.Da Lezze, Descrizione di Bergamo e suo territorio. 1596)

I secoli successivi non videro più accadere episodi di rilievo ad Osio, che seguì le sorti politiche del resto della provincia, inserita nella Repubblica Cisalpina nel 1797, trasferita nel 1815 nel Regno Lombardo-Veneto ed infine definitivamente unita al Regno d’Italia nel 1859, solo nel 1810 ci fu un passaggio molto importante per la storia del paese: Napoleone fondò il Comune di “Osio Sotto e Uniti” con Boltiere e Ciserano ma l’esperimento durò pochi anni. Subito dopo la caduta dell’Imperatore i tre comuni tornarono autonomi, ma nel frattempo Osio poté ospitare, nell’attuale Piazza Agliardi, la caserma della Gendarmeria a cavallo.

L’età contemporanea

Nel primo decennio del XX secolo in località Rasica, situata sul confine con Osio Sopra,e in località Pascolo si sviluppò un piccolo aeroporto che tuttavia ebbe vita breve, dal momento che qualche anno più tardi venne sostituito da quello sito ad Orio al Serio e tuttora operante.

Soltanto a partire dalla seconda metà del XX secolo il territorio fu interessato da un progressivo abbandono delle attività rurali, sostituite da un notevole incremento industriale. Inoltre, sempre nella seconda metà del Novecento, Osio è venuta ad avere una frazione, Zingonia, recentemente collegata anche con una pista ciclo – pedonale. Di questa parte del territorio fa parte anche un importante struttura ospedaliera.

Un’altra importantissima acquisizione, ottenuta con un enorme impegno umano prima ancora che amministrativo nel corso degli ultimi quindici anni, è il bosco dell’Itala: uno dei rari esempi superstiti nella pianura bergamasca.

Luoghi d’interesse

 

Piazza Papa Giovanni XXIII

Chiesa di San Zenone

In ambito religioso il principale edificio è la chiesa parrocchiale di San Zenone. Edificata nel corso del XII secolo e riedificata a metà del XVIII secolo in stile barocco, presenta un’imponente facciata progettata da Antonio Maria Pirovano ed un campanile in cotto a vista. All’interno presenta numerose opere, tra le quali spiccano le statue marmoree, i dipinti di Federico Ferrari, di Giovanni Raggi e di Gioacchino Manzoni, nonché un prezioso organo Serassi del 1778 “Opus 107”.

Il bellissimo campanile in cotto a vista, fu iniziato nel 1715 e terminato attorno al 1765. La copertura della parte terminale fu rinnovata in rame nel 1963, con pieno rispetto delle forme originarie. Il concerto di dieci campane, uno dei più poderosi della diocesi, era stato fuso nel 1923. Dopo la spoliazione bellica esso venne completamente rifuso e reintegrato ospita un concerto di 10 campane in Lab2 della carlo ottolina di seregno nel 1950 e la campana più piccola (Do4) èstata fusa dalla allanconi nel 2013.

A fianco si trova la piccola chiesa dell’Addolorata, risalente al XIX secolo ed edificata in luogo dell’area della parrocchiale un tempo adibita a sepolture.

Chiesa di San Donato

Molto interessante è la chiesa di San Donato, risalente ad un periodo compreso tra il XIV ed il XV secolo. Tuttavia il momento di maggior importanza per questo edificio fu nel XVII secolo quando, nel mezzo dell’ondata di peste di manzoniana memoria, gli abitanti si affidarono a San Donato ricevendo la liberazione dal morbo.

I lavori di ampliamento del colonnato furono eseguiti nel 1742 ma i lavori maggiori, quelli che hanno dato la forma attuale alla chiesa, furono realizzati tra la fine dell’Ottocento e il 1935. Il Santuario fu infatti allungato, alzato e sfiancato i a mo’ di croce latina, fu costruita la facciata, decorata tutta la chiesa con stucchi, affreschi e quadri, tra i quali due opere dell’osiense Abramo Spinelli, e si pose mano al nuovo campanile.

Chiesetta di San Giorgio – Saore

Merita menzione anche la chiesetta di San Giorgio, chiamata comunemente in dialetto chiesetta di Saore che, collocata in un’area posta al confine con Levate ed immersa tra i campi, pare risalire al XIV secolo.

Come attestano documenti scritti, la forma bergamasca Saore è la deformazione dialettale di ecclesia Sancti Georgii, espressione latina con cui era denominata lachiesa. La gente del tempo (si pensi al 1300-1400) più abituata al dialetto che al latino prese ben presto a riconoscere il tempietto come Santi Jori e poi con un ulteriore adattamento alle proprie esigenze fonetiche come Saiore e quindi, senz’altro, come Saore.

Castello

 

Parco Colleoni

Ad Osio esisteva un castello nel centro del paese, lo sappiamo grazie alla notizia della sua presa da parte dei Colleoni nel 1407;

Nella relazione degli ambasciatori veneti sul territorio bergamasco appena conquistato da Venezia nel 1428laddove si attesta che terra de Usso habet modicum fortilicii, un piccolo castello, da paesotto contadino. Numerosi atti notarili del 1400-1500 riportano che tale costruzione avesse la fossa, il muraglio, una specie diterrapieno, il ponte, una torre e un recetto

Il castello servì egregiamente da rifugio per animali e persone durante le scorrerie degli ultimi eserciti agli inizi del Cinquecento. Nel XVII secolo, però, mancando di un vero padrone il castello venne smantellato dagli abitanti, rimase solo il fossato, sempre più degradato, e ad eliminarlo ci pensò il Comune alla fine del Seicento. Nei pressi era ubicato un mulino a due ruote sulla roggia Serio Piccolo (Sère).

Osiride addormentato

Dal 2007 è presente l’opera d’arte dello scultore Igor Mitoraj nella piazza antistante al comune. All’inaugurazione della scultura in bronzo, era presente il critico d’arteVittorio Sgarbi, oltre allo stesso artista. L’opera andò a sostituire il vecchio monumento alla memoria dei Caduti per la Patria.

Altri luoghi d’interesse

Nel quartiere Giardino, il più popoloso della cittadina con oltre duemila abitanti, si trovano sia la chiesetta di San Carlo Borromeo, eretta nel 1617, che l’adiacentepalazzo Olmo. Tra il 1904 e il 1910 il Giardino fu sede della Colonia agricola per giovani di don Brizio Casciola, prete di idee molto avanzate per l’epoca, un sostenitore del quale era il famoso scrittore Antonio Fogazzaro il quale più volte venne in Osio in quegli anni

Necessario ricordare anche villa Alborghetti, elegante edificio costruito dall’omonima famiglia nel XVII secolo con un bel giardino, ed il bosco dell’Itala, ricco patrimonio naturalistico.

Già presente nel 1754, la piccola edicola campestre del Campellino era dedicata ai morti della peste del Seicento. Alla fine di quel secolo, essendo in cattivo stato fu restaurata e si colse l’occasione per affrescarne l’interno. La tribulina era ubicata non lontano da un borgo con una segheria, una fornace e un torchio da olio mosso dall’acqua della vicina roggia Brembilla.

A nord del territorio comunale, nel 1996 è stato creato il PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) del Brembo, noto anche come Parco del Brembo. Vi aderiscono i comuni di Boltiere, Bonate Sotto, Dalmine, Filago, Madone, Osio Sopra e Osio Sotto. L’accordo tra i comuni definisce il parco come «oasi» naturale da riportare ai suoi tratti originari e da tramutare in scudo di fronte all’alta densità abitativa e industriale della zona a est e ovest del basso corso del fiume.

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    cell 348/2306040 
 

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