Villa d’Ogna

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Villa d’Ogna è un comune italiano della provincia di Bergamo in Lombardia situato nella Valle Seriana superiore, alla confluenza dell’Ogna nel Serio, sulla sinistra orografica di quest’ultimo, dista circa 33 chilometri a nord-est dal capoluogo orobico BERGAMO ed è compreso nella Comunità montana della Valle Seriana.

 

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Popolazione Residente
1.920 (M 936, F 984)
Densità per Kmq: 370,7
Superficie: 5,18 Kmq
Codici
CAP 24020
Telefonico Prefisso 0346
Codice Istat 016241
Codice Catastale L938
Informazioni
Denominazione Abitanti villaonesi
Santo Patrono San Matteo
Festa Patronale 21 settembre
Etimologia (origine del nome)
E’ un evidente composto di “villa” e del nome del torrente Ogna, che deriva dal nome bresciano di pianta ogna, ontano.
Il Comune di Villa d’Ogna fa parte di:
 Comunità Montana Valle Seriana Superiore
Comuni Confinanti

Storia Dalla preistoria al Medioevo

I primi insediamenti umani sarebbero riconducibili al VI secolo a.C. quando nella zona si stabilirono popolazioni di origine ligure dedite alla pastorizia, tra cui gli Orobi. Ad essi si aggiunsero ed integrarono, a partire dal V secolo a.C.le popolazioni di ceppo celtico, tra cui i Galli Cenomani: si trattava tuttavia di presenze sporadiche, che non formarono mai un nucleo abitativo definito.

La prima vera e propria opera di urbanizzazione fu invece opera dei Romani, che conquistarono la zona e la sottoposero a centuriazione, ovvero ad una suddivisione dei terreni a più proprietari, a partire dal I secolo d.C.. Fu in quel periodo che nella zona cominciarono ad essere sfruttate numerose miniere, per lo più di ferro, che portarono un notevole incremento demografico. Tra i nuovi abitanti vi erano anche alcuni schiavi (i cosiddetti Damnati ad metallam), impiegati nei lavori più pesanti nell’ambito dell’estrazione del materiale. Il centro abitato, costituito prevalentemente da capanne, aveva tuttavia dimensioni estremamente ridotte, con gran parte degli abitanti che trovava sostentamento dall’agricoltura, principalmente nella piana del fondovalle, e dalla pastorizia, nella zona collinare.

Al termine della dominazione romana vi fu un periodo di decadenza ed abbandono del centro abitato, con la popolazione che sovente era costretta a cercare riparo sulle alture circostanti al fine di difendersi dalle scorrerie perpetrate dalle orde barbariche. La situazione ritornò a stabilizzarsi con l’arrivo dei Longobardi, popolazione che a partire dal VI secolo si radicò notevolmente sul territorio, influenzando a lungo gli usi degli abitanti: si consideri infatti che il diritto longobardo rimase “de facto” attivo nelle consuetudini della popolazione fino alla sua abolizione, avvenuta soltanto nel 1491.

Con il successivo arrivo dei Franchi, avvenuto verso la fine dell’VIII secolo, il territorio venne sottoposto al sistema feudale, con il paese che inizialmente venne assegnato, al pari di gran parte della valle, ai monaci di Tours per poi essere infeudato al Vescovo di Bergamo Ambrogio II nel 1026. In breve tempo tra la popolazione crebbe sempre più il desiderio di emanciparsi dal potere vescovile e feudale, al fine di poter decidere in autonomia la gestione del territorio. Fu così che nel corso del XIII secolo si arrivò alla creazione dell’istituzione comunale. I borghi di Ogna e Villa furono quindi inclusi nel territorio di Clusone, comune ben più ricco e potente.

Chiesa parrocchiale di san Matteo apostolo e del Sacro Cuore (Villa)

 

La chiesa parrocchiale di Villa d’Ogna

La chiesa parrocchiale di Villa d’Ogna iniziò ad essere costruita nel 1937, essendo diventata l’antica parrocchiale (distante da essa poche decine di metri), troppo piccola per contenere tutti i fedeli. Grazie a don Pietro Forzenigo e all’aiuto di tutta la popolazione, venne solennemente consacrata il 21 agosto 1953, alla presenza dell’allora Vescovo di Imola, Mons. Benigno Carrara, e dedicata a San Matteo apostolo ed evangelista e al Sacro Cuore di Gesù.

Nella successiva domenica del 23 agosto, in occasione del 50º anniversario della traslazione del corpo del Beato Alberto da Cremona al paese natale di Villa d’Ogna, le solenni cerimonie vennero celebrate dall’allora Patriarca di Venezia, Angelo Giuseppe Roncalli.

Dotata di una ampio sagrato che si sviluppa su tutti i lati, la chiesa è costruita in pietra viva e possiede un corpo centrale che, coperto da un tetto a due spioventi, si eleva con decisione dal resto dell’edificio ed al quale si accede mediante un porticato a tre archi, mentre lateralmente sono collocati due corpi strutturali meno grandi che creano un interessante gioco di volumi.

Internamente la chiesa si compone di tre altari: l’altare maggiore è dedicato a San Matteo apostolo ed evangelista; l’altare di destra, dedicato alla Madonna; l’altare di sinistra è dedicato al Beato Alberto di Villa d’Ogna. Tra le opere più significative, si possono ammirare alcune opere di Domenico Carpinoni e Antonio Cifrondi, pittori originari di Clusone vissuti tra il XVI ed il XVII secolo.

Santuario del Beato Alberto

 

Beato Alberto da Villa d’Ogna

Le origini del nucleo del primitivo edificio religioso risalgono al 1176 quando venne consacrata dal Vescovo e dedicata a San Matteo apostolo ed evangelista. Nel 1450 la chiesa ottenne l’indipendenza parrocchiale, distaccandosi dalla dipendenza della pieve di Clusone. La chiesa era ad un’unica navata e conteneva le reliquie del conterraneo Alberto, poi diventato beato nel 1748. Nel corso del XVII secolo vennero effettuati dei lavori di restauro che occultarono alcuni affreschi risalenti al XV secolo, riscoperti solo nel 1970.

Nel 1903 il Vescovo di Cremona, Mons. Geremia Bonomelli, accolse la richiesta della comunità di Villa d’Ogna, in particolare del suo parroco don Guglielmo Mismetti, a riportare al suo paese natale le spoglie del Beato Alberto, religioso vissuto nel XIII secolo. In tale occasione la chiesa venne ampliata con due navate laterali e vennero effettuati lavori decorativi, tra cui il pulpito di Cesare Zonca, e di manutenzione.

Dopo l’importante restauro del 1970, nel 1994 venne ristrutturata la torre campanaria, antecedente al XVI secolo. Nel 2001 ci fu l’ultimo restauro, che portò alla luce resti di antiche sepolture e elementi della chiesa medievale, compreso l’antico fonte battesimale.

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Santuario del Beato Alberto di Villa d’Ogna.

Chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista (Ogna)

 

La chiesa di Ogna, dedicata a San Giovanni Evangelista

 

San Narno opera di Carlo Ceresa

La chiesa risale al XVI secolo. Tuttavia il primo documento in cui viene citata risale al 1520, quando venne eretta a parrocchia.

Nel 1575, in occasione della visita pastorale dell’allora Arcivescovo di MilanoCarlo Borromeo, la chiesa si presentava in cattivo stato di conservazione. Nei decenni successivi vennero effettuati importanti lavori di manutenzione e di restauro. Degna di nota è la costruzione dell’altare in marmo, realizzato nel 1770 dai fratelli Fantoni (eredi del più noto Andrea Fantoni), resa possibile dalla collaborazione di tutta la popolazione. Nel 1864 ci fu la visita pastorale di Mons. Pietro Luigi Speranza, Vescovo di Bergamo originario della contrada Candrietti di Piario. In occasione di tale visita, la chiesa subì un ulteriore restauro con l’innalzamento della torre campanaria. Un secolo più tardi altri lavori vennero effettuati dai fratelli Taragni (figli del decoratore Fermo Taragni).

La chiesa è dedicata a San Giovanni apostolo ed evangelista e si sviluppa a croce latina con un’unica navata, suddivisa in quattro settori da altrettante lesene con capitelli, e coperta da una volta a botte. Anche la facciata, rivolta verso Nord, è presenta quattro lesene, sormontate da una trabeazione con timpano triangolare. All’interno si possono trovare opere di Domenico Carpinoni e una raffigurazione di san Narno di Carlo Ceresa originario della località, oltre che una rara lanterna in legno dorato risalente ad un periodo compreso tra il XVI ed il XVII secolo, un inginocchiatoio del XVIII secolo e una pisside in bronzo eseguita nel 1590.

Altri edifici religiosi

 

La chiesetta di san Lorenzo

Di grande importanza è anche la casa del Beato Alberto laico santo vissuto nel XIII secolo, nativo di Villa d’Ogna. Posta sul fondovalle in località Sant’Alberto, ed edificata nel corso del XIII secolo, fu trasformata nei secoli seguenti in convento, tanto che ancora oggi si può notare l’abside di quello che era l’attiguo santuario, distrutto da una frana nel 1813.

Degna di nota è anche la chiesa di san Lorenzo, situata lungo la vecchia mulattiera che conduce a Nasolino, che presenta caratteri semplici, tra cui la facciata con una finestra semicircolare ed il portale in arenaria. La struttura è ad una navata singola, suddivisa in tre campate da due lesene, con il presbiterio a pianta rettangolare. Quest’ultimo, più stretto della navata, lascia ai lati due spazi, nei quali si trovano la tela dell’Incoronazione della Vergine, e la nicchia con la statua di San Lorenzo.

Infine nella contrada Festi Rasini è ubicata la chiesa di santa Maria Nascente. Edificata con singola navata nel 1990 presenta linee semplici ma moderne, con muratura in mattoni a vista. All’interno si distingue la pavimentazione in marmo bianco e giallo, senza tuttavia alcuna decorazione artistica o architettonica.

Architetture civili

Di indubbio interesse è la contrada di Ogna, stretta attorno alla parrocchiale di san Giovanni Battista. Gli edifici che la compongono risalgono ad un periodo compreso tra il XV ed il XVIII secolo e sono composti da muri perimetrali in pietrame, loggiati e copertura a tetto a falde. Al centro della piazza si trova una fontana, edificata nel 1939 in luogo di un’altra la cui struttura originaria comprendeva anche un abbeveratoio ed un lavatoio, che possiede una vasca pentagonale.

Di rilevanza storica è inoltre la torre trecentesca, oggi cimata ed adibita ad abitazione privata, situata nella piazza della contrada di Ogna ed edificata in pietra squadrata.

Aree naturali

Numerose sono infine gli itinerari naturalistici che il paese offre. Destinati ad utenti di ogni genere, possono soddisfare sia l’appassionato di trekking che il semplice utente alla ricerca di una rilassante passeggiata nel verde. Si va dalle escursioni sulle pendici del monte Vaccaro (lato orografico destro della valle) a quelle sul monte Blum (lato sinistro). Inoltre è d’obbligo citare la Ciclovia della Valle Seriana che transita sul comune lungo il corso del fiume Serio. Questa offre passeggiate e pedalate nella natura, lontano da traffico ed inquinamento, permettendo la riscoperta e la valorizzazione di spazi un tempo abbandonati all’incuria.

La Serenissima

 

La contrada di Ogna, di origine medievale

Nel tardo medioevo si verificarono importanti innovazioni tecnologiche, che diedero positivi risvolti anche in ambito economico. Sfruttando la vicinanza delle miniere e la ricchezza d’acqua di cui disponeva il territorio, lungo il corso del torrente Ogna vennero introdotte alcune fucine che permisero la lavorazione di metalli, dai quali si ottenevano sia utensili ed attrezzi, ma soprattutto chiodi. Inoltre la forza motrice dell’acqua dello stesso torrente permise la creazione di alcune cartiere, la cui carta prodotta era ritenuta di buona qualità.

Anche l’agricoltura e la pastorizia fecero enormi passi, permettendo la produzione e la lavorazione di un tipo di tessuto utilizzato dagli eserciti, in quanto caldo e molto robusto, denominato Panno grosso bergamasco.

La positiva condizione commerciale e produttiva ricevette un ulteriore impulso quando, nella prima metà del XV secolo, si verificò il passaggio dell’intera zona alla Repubblica di Venezia, avvenuto nel 1427 dopo un’espressa richiesta di Bergamo e delle sue valli, e ratificato dalla Pace di Ferrara del 1428. La Serenissima garantì una diminuzione della pressione fiscale ed offrì maggiore autonomia, dando inizio ad un periodo contrassegnato da tranquillità sociale in cui l’intera zona continuò a prosperare.

L’indipendenza a livello amministrativo si dovette aspettare fino al 1636, quando Oltrascenda si separò da Clusone: la Senda era difatti la strada che separava il capoluogo baradello dagli altri borghi. La nuova entità inizialmente comprendeva anche Valzurio, Nasolino e Piario, borghi da cui Villa ed Ogna si separarono nel 1648, assumendo la denominazione di Oltrescenda Bassa (così citato anche nei documenti del XVIII secolo).

Nel 1740 i borghi di Ogna e Villa riuscirono a separarsi ulteriormente, ergendosi entrambi a comuni autonomi. Questa indipendenza durò poco, dal momento che già nel 1756 Villa ed Ogna andarono a ricostituire, unitamente al borgo di Piario, l’entità comunale denominata Oltressenda Bassa. La neonata istituzione nel 1776 si ampliò ulteriormente, annettendo anche Oltressenda Alta (ovvero le contrade di Nasolino e Valzurio).

Tuttavia la convivenza amministrativa delle varie contrade era mal sopportata dalle stesse, tanto che nel 1797 ognuna di esse riacquistò la propria autonomia.

La produzione di carta

La forza motrice dell’acqua dello stesso torrente permise la creazione di alcune cartiere, la cui carta prodotta era ritenuta di buona qualità.

« […] seguitando la primiera strada, oltre ‘l Serio a man dritta si scorge Pièro, e poi Villa di al seriana Superiore detta hoggidi Villa d’Ogna, dove pur si fanno chiodi da cavalo e si fabrica carta d’ogne sorte da stampare, da finestre, da […], e da […], picciola, e grande, la più bella, e buona, ch’altronde si trovi; perché questa supera la Bresciana, e quella di Salò, di Fabriano, e di Leone ancora »
(Celestino Colleoni, Historia quadripartita di Bergomo, 1617-18, cit. p.547)

Era un tipo di carta di particolare valore, probabilmente dato l’alto contenuto di calce delle acque del Serio che rendevano la carta più solida e resistente e quindi ricercata.

Alla fine del XVI secolo la produzione cartiera proseguiva fiorentemente e la carta locale veniva elogiata per la sua qualità: «teratorio di Villa, sua contrada, que si fa la carta, tanto eletta, que in Itaglia non ve’ la più perfetta».

Nel 1776 le cartiere in bergamasca erano 10, 3 di queste si trovavano a Villa d’Ogna (due nella frazione di Ogna, l’altra a Villa d’Ogna).

Nel 1857, in occasione dell’Esposizione provinciale di Bergamo, la cartiera Legrenzi di Ogna presenta ben 87 tipi di carta diversi.

Nel 1861 una grande alluvione provocò una frana sull’Alpe Rigada (nell’attuale territorio di Oltressenda Alta), provocando gravi danni alle abitazioni circostanti e alle stesse cartiere presenti in prossimità del torrente Ogna. L’industria cartiera a Villa d’Ogna iniziò poi a vedere i primi segni di cedimento verso la fine del XIX secolo, con l’avvento delle meccanizzazione, che rese i processi manuali di produzione ormai obsoleti.

Dalla dominazione francese ai giorni nostri

 

Il complesso industriale “Festi Rasini”

Ma il potere della Repubblica di Venezia era ormai agli sgoccioli, tanto che nello stesso anno, in seguito al trattato di Campoformio, venne sostituita dalla napoleonica Repubblica Cispadana. Il cambio di dominazione comportò un’immediata revisione dei confini, che portò alla riunificazione di Ogna e Villa, con la “solita” aggiunta di Piario, che però nel 1805 riacquisì la propria indipendenza.

Nel 1809 la dominazione francese, nell’ambito di un’imponente opera di accorpamento dei piccoli centri ai più grandi, impose l’accorpamento di Villa ed Ogna, unitamente a Rovetta, Piario ed Oltressenda Alta, al vicino comune di Clusone. La macro-unione tra i borghi durò poco, dal momento che nel 1816, in occasione del nuovo cambio di governo che vide subentrare l’austriaco Regno Lombardo-Veneto alle istituzioni francesi, questi vennero nuovamente scissi, con Villa ed Ogna che andarono a ricreare l’entità denominata Oltressenda Bassa.

Nella seconda parte del XIX secolo, contestualmente all’Unità d’Italia, si verificò uno sviluppo dell’industria mediante l’introduzione di realtà operanti nell’ambito tessile che in breve si insediarono e radicarono sul territorio, la principale delle quali fu la “Festi Rasini”. Fondata nel 1889 e diretta dalle omonime famiglie di industriali milanesi Festi e Rasini, cominciò ad attrarre in modo significativo gli abitanti dei paesi vicini, permettendo un considerevole aumento dei residenti nel comune. Difatti il numero, rimasto pressoché invariato tra il 1861 ed il 1881 (si passò da 643 a 666), raddoppiò sul finire del secolo, toccando quota 1364 nel 1901, passando poi a 2016 nel 1921. Il polo produttivo era posto sulla riva orografica destra del Serio e, anche grazie allo sfruttamento delle acque del fiume prelevate in località “Valzella” di Ardesio, era dotato di 8000 fusi e garantiva il lavoro a 100 operai, condizione che lo rese il terzo gruppo tessile della Lombardia.

Nel frattempo, nel 1927 il regime fascista, nell’ambito di una riorganizzazione amministrativa volta a favorire i grossi centri a scapito dei più piccoli, unì nuovamente Oltressenda Bassa (composta da Ogna e Villa) con Piario ed Oltressenda Alta, nell’entità comunale rinominata “Villa d’Ogna”. Le differenti realtà, che mal sopportavano questa unione, al termine della seconda guerra mondiale inoltrarono formale richiesta di separazione. L’istanza venne accolta nel 1958 quando Oltressenda Alta e Piario si staccarono da Villa d’Ogna, che mantenne invariato il proprio nome.

Nel luglio del 1944 il paese fu teatro di due rastrellamenti ad opera di soldati nazi-fascisti, i quali erano alla ricerca di alcuni partigiani rifugiatisi sul territorio. Il rastrellamento causò la morte di 5 persone.

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Rastrellamenti di Villa d’Ogna.

A partire dalla seconda metà del secolo gli stabilimenti tessili subirono un drastico ridimensionamento fino ad arrivare alla completa chiusura nella seconda decade del XXI secolo. Nel frattempo le realtà legate all’industria tessile vennero affiancate e sostituite da attività operanti nei settori meccanico, meccano-tessile ed artigianale. Tra queste si segnala la RadiciFil, insediatasi nel 1974 poco più a valle degli stabilimenti tessili della Festi Rasini e che, operante nell’ambito della produzione dei polimeri utilizzati nell’industria tessile, vanta alti standard di produzione.

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