Stezzano

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Stezzano è un comune italiano della provincia di Bergamo in Lombardia situato nella pianura bergamasca, dista circa 4 chilometri a sud dal capoluogo orobico, con cui confina e con il quale costituisce un’area urbana omogenea.

 

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Popolazione Residente
13.018 (M 6.411, F 6.607)
Densità per Kmq: 1.407,4
Superficie: 9,25 Kmq
Codici
CAP 24040
Telefonico Prefisso 035
Codice Istat 016207
Codice Catastale I951
Informazioni
Denominazione Abitanti stezzanesi
Santo Patrono San Giovanni Battista
Festa Patronale 24 giugno
Etimologia (origine del nome)
Deriva probabilmente da Statianus, dal nome latino di persona Statius, con l’aggiunta del suffisso -anus, che indica appartenenza.
Comuni Confinanti
Stazioni Ferroviarie
Stazione Indirizzo Gestore Categoria
Stezzano Via Santuario RFI (FS) bronze
Chiese e altri edifici religiosi stezzanesi
 Santuario Madonna dei Campi Nostra Signora della Preghiera

MERCATO SETTIMANALE

Stezzano Piazza Caduti venerdi 51 Banchi

 

Storia di Stezzano

Il paese affonda le proprio radici in epoca romana, come si evince da numerosi ritrovamenti risalenti a quel periodo. Tra questi meritano una citazione la lapide dedicata all’imperatore Antonino Pio ed un’epigrafe funeraria del I secolo, custoditi nel museo archeologico di Bergamo.

Si presume quindi che in quel periodo fosse un centro di discreta importanza, situazione mantenuta anche dopo la caduta dell’impero romano. Il territorio comunale fu interessato da insediamenti degli Ostrogoti, a cui sono riconducibili alcuni suppellettili (orecchini e staffe d’oro), ritrovati nelle campagne attorno al nucleo abitativo principale e databili attorno al V secolo.

Medioevo

A questi succedettero i Longobardi prima, ed i Franchi poi: questi ultimi istituirono il Sacro Romano Impero, e diedero vita al sistema feudale.

Ed è a questi anni che risale il primo documento scritto che attesta l’esistenza del toponimo: nell’805 vengono infatti menzionati alcuni abitanti del borgo di Stegiano.

Il territorio venne quindi dato in gestione alla diocesi di Bergamo, che a sua volta lo affidò ai canonici di san Vincenzo, come riportato in un atto del 915.

I secoli successivi videro numerosi scontri nell’intera bergamasca tra le fazioni guelfa e ghibellina, e Stezzano non fu da meno.

A tal riguardo gli abitanti decisero la costruzione di un edificio fortificato, che assunse le dimensioni di un vero e proprio maniero, di cui era proprietaria gran parte della cittadinanza, ognuno con piccole quote.

Edificato nel 1084 in prossimità di un’intersezione di vie commerciali, presentava un fossato ed una torre di avvistamento.

Nel frattempo nel paese andava acquisendo sempre maggior prestigio la famiglia ghibellina dei Suardi, che si trovava in stretti rapporti con i canonici di San Vincenzo. Questa diede impulso allo sviluppo del borgo favorendo le coltivazioni dei propri terreni posti a margine dell’abitato, anche grazie alla costruzione di alcuni canali irrigui derivati dal fiume Serio.

Nel 1312 il paese di Stezzano, che comprendeva nei propri confini anche i nuclei di Guzzanica, Grumello del Piano e Sabbio, venne attaccato ed occupato della famiglia Colleoni, un tempo alleata ed ora nemica dei Suardi.

La situazione andò sempre più degenerando: all’iniziale ripristino della giurisdizione dei Suardi, che costruirono un altro castello difensivo con tanto di torre all’interno del centro abitato, corrisposero numerose scorrerie di eserciti con annessi saccheggi ed uccisioni.

L’apice venne raggiunto nel 1407 quando le truppe guidate da Pandolfo Malatesta irruppero nel centro abitato incendiando numerose abitazioni della famiglia Suardi ed uccidendo alcuni abitanti di fazione ghibellina.

La situazione ritornò alla normalità nel 1433 quando gran parte della provincia bergamasca, e con essa Stezzano, entrò a fare parte della Repubblica di Venezia. Questa pose fine sia alle lotte di fazione, sia al potere della famiglia Suardi che, apertamente schierata con il Ducato di Milano, oppositore della Serenissima, venne spogliata di gran parte dei suoi possedimenti nel paese, confiscati a favore della famiglia dei Rivola.

Età moderna e contemporanea

La dominazione veneta si caratterizzò per un notevole sviluppo dell’economia rurale, favorita da numerosi decreti e leggi speciali, nonché per i numerosi edifici signorili che cominciarono a costellare il territorio comunale, sedi delle principali famiglie della nobiltà locale.

Le successive dominazioni riguardarono soltanto marginalmente il paese di Stezzano, che seguì il destino politico della città di Bergamo, passando alla repubblica Cisalpina nel 1797, al Regno Lombardo-Veneto nel 1815 ed infine al neonato regno d’Italia nel 1859.

Dal 1880 al 1920 la località era servita da una fermata posta lungo la tranvia Lodi-Treviglio-Bergamo; nel 1919, nell’ambito dei lavori di ampliamento della rete tranviaria di Bergamo, quest’ultima raggiunse Colognola[5] sfruttando in parte il percorso della tranvia a vapore, elettrificato. L’inaugurazione di tale tratta avvenne il 3 maggio 1925, con prolungamento il successivo 13 giugno a Stezzano, dove faceva capolinea nella piazza centrale[6]. Tale linea fu a sua volta soppressa nel 1954.

ITINERARI : Monumenti e luoghi d’interesse

Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista

In ambito religioso molto importante è la chiesa prepositurale di San Giovanni Battista e San Pietro, la cui costruzione iniziò nel XVII secolo e terminò quasi due secoli più tardi, al cui interno si possono trovare opere di grande spessore artistico, tra cui un San Pietro in Gloria, e le Storie di San Giovanni Battista, eseguite da Enrico Scuri la Decollazione di San Giovanni Battista(Giuseppe Diotti), il Battesimo di Gesù (Domenico Carpinoni), la Circoncisione di Gesù (Francesco Zucco), l’Incredulità di San Tommaso (Trento Longaretti). Notevoli sono anche il coro dell’altare Maggiore la Sacrestia e l’organo. È stata consacrata nel 1863.

Campanile Parrocchiale

Il campanile della parrocchiale, ubicato a fianco alla chiesa è stato edificato nel 1739 sulle fondamenta di una preesistente torre di avvistamento dell’antico castello di Stezzano. Il campanile sormontato da una statua lignea di San Giovanni Battista ricoperta in bronzo con i suoi 83 metri è l’edificio più alto della provincia di Bergamo e tra le torri campanarie in mattoni e pietra più alte d’Italia, esso ospita 8 campane in la2 grave calante fuse da Ottolina di Bergamo nel 1953. Da notare che, la statua in bronzo del Santo patrono gira, in base al vento, indicando solitamente città alta quando una perturbazione si sta avvicinando. Nel 2017 è soggetto ad una importante opera di restauro che ne va a risaltare le caratteristiche originarie, come i cornicioni, gli angeli musicanti, e l’orologio in marmo bianco, oltre alla pulizia della statua di San Giovanni e del suo agnello.

Ex Chiesa di S. Giovanni Battista

Di rilevante interesse storico anche l’Ex chiesa quattrocentesca dedicata a San Giovanni Battista fino al XVIII secolo. Dalla metà degli anni ottanta l’edificio è utilizzato come auditorium e conserva alcuni affreschi del XIV secolo ed elementi architettonici come le volte a sesto acuto di epoca longobarda.

Santuario della Madonna dei Campi

Ai margini dei confini comunali si trova infine il Santuario della Madonna dei Campi. Qui sorse per la 1ª volta nel XII secoloun’edicola, dedicata dai contadini devoti alla Madonna. Nel XIII secolo venne ufficialmente dedicata alla Madonna dei Campi in seguito ad una aparizione. La struttura venne ampliata in modo significativo in seguito ad una ulteriore apparizione della Madonna, avvenuta il 12 luglio 1586 a due pastorelle, qui la madonna si presentò vestita di nero e con in mano un breviario, da cui anche l’appellativo “Nostra Signora della Preghiera”. Da quel momento l’edificio è diventato meta di pellegrinaggi e di devozione popolare, come testimoniano i numerosi dipinti in essa contenuti, tra i quali spiccano quelli di Andrea Previtali, Gian Paolo Cavagna, Alessandro Varotari detto il Padovanino, Carlo Ceresa, Giulio Quaglio, Antonio Cifrondi, Marco Olmo, Ponziano Loverini, Francesco Polazzo, Giuseppe Roncelli, Antonio Moscheni e Giovanni Battista Galizzi. Inoltre l’interno è abbellito dalla decorazione a stucco di Giovanni Angelo Sala. Nel 1896 è stata incoronata con il titolo di “Nostra Signora della Preghiera” dal Beato Andrea Carlo Ferrari, allora Cardinale Arcivescovo di Milano. Nell’Anno Santo del 2000 è una delle sette chiese giubilari della Diocesi di Bergamo e nell’Anno Santo Straordinario della Misericordia 2015/2016 è chiesa giubilare del vicariato Dalmine-Stezzano.

Palazzino

Il Palazzino, sito accanto alla chiesa parrocchiale sopra l’antico castrum del borgo di Stezzano è un edificio risalente al XVI secolo. Modificato più volte nel XVII e nel XVIII si caratterizza per un’architettura particolarmente elegante ed arricchita da un portico in facciata al piano terra con lesene a capitello dorico che proseguono sui due piani superiori. Dopo aver avuto diverse funzioni nel corso della sua storia, tra cui l’essere abitazione del sagrestano dell’attigua chiesa è di proprietà della parrocchia e dopo il restauro è stata denominata “Casa Isacchi” in onore della Serva di Dio Madre Ignazia al secolo Angela Caterina Ancilla Isacchi fondatrice della congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù che nacque in questa casa nel 1857.

Villa Grumelli-Pedrocca

Nel paese si trova anche Villa Maffeis, situata nella piazza centrale a fianco della strada statale e risalente al XVIII secolo ma in gran parte rinnovata in epoca neoclassica dall’architetto Giacomo Bianconi su incarico della famiglia Maffeis che l’aveva acquistata dalla famiglia Grumelli Pedrocca nel 1818. La villa, attualmente utilizzata come sede municipale, presenta un grande parco recentemente rivalorizzato.

Villa Morlani

Degna di nota è Villa Morlani, posta all’esterno del nucleo storico, ottimamente inserita nel contesto naturalistico di cui fa parte. La struttura si compone di più stabili risalenti tra il XVI ed il XIX secolo, di cui fa parte la piccola chiesetta di santa Elisabetta, ora utilizzata per manifestazioni.

Villa Moroni

Villa Moroni, situata nel centro storico lungo la SS42, edificata per conto dell’omonima famiglia nel XVII secolo ed ampliata significativamente dall’architetto Bianconi nel XIX secolo, presenta un’architettura neoclassica. All’interno si trovano numerosi saloni finemente decorati dal Salvatoni, da Giulio Quadrio e dal Carloni, con differenti ambientazioni: la Sala rosa, dipinta appunto con il color rosa, la sala degli animali, raffigurante esemplari faunistici e la divinità Diana, la Sala Pompeiana, che con la Sala Etrusca si rifà all’antica arte precristiana ed infine la Sala delle Armi, decorata in stile neogotico.

Villa Moscheni

Villa Moscheni è una residenza d’epoca edificata nel XVIII secolo e nota per aver dato i natali al pittore frà Antonio Moscheni, noto pittore e scultore vissuto nel XIX secolo. La villa si caratterizza per le facciate affrescate nel XIX secolo con disegni rinascimentali e geometrie ornamentali bicrome.

Villa Zanchi

Un altro importante edificio signorile è la Villa Caroli-Zanchi, anch’essa situata sull’ex strada statale del Tonale, ai margini meridionali del centro abitato. Come la Villa Moroni presenta uno stile neoclassico, opera del medesimo architetto Giacomo Bianconi, ma possiede dimensioni maggiori. All’interno si trovano sale ambientate in differenti contesti, tra cui una in stile musulmano ed un’altra in stile cinese. Attualmente è utilizzata per cerimonie e banchetti.

Architetture militariTorre BeroaL’edificio fortificato denominato Torre Beroa, risalente al XII secolo, è sito all’incrocio tra le attuali via Caroli e via IV Novembre in corrispondenza di quella che storicamente era la porta di accesso al borgo provenendo da Verdello e Levate, L’edificio in epoca medioevale aveva una struttura rettangolare con torri angolari a difesa della porta di ingresso che utilizzava anche un fosso difensivo ed un ponte elevatoio. Non vi sono più tracce del fossato né della porta di ingresso, ed il lato interno del castello è stato demolito nei secoli scorsi, ma rimangono evidenti due lati della struttura fortificata con le relative torri. L’edificio è in disuso ma è stato oggetto di recente ristrutturazione conservativa.

“Ol Surbu”

Ol Surbù (nome popolare), è un monumento situato accanto alla chiesa parrocchiale che venne realizzato nel 1838 in occasione del transito nel paese dell’imperatore d’Austria Ferdinando I. Il monumento è stato realizzato in tutta fretta con della pietra arenaria e grazie al suo collegamento idrico veniva utilizzato dalle donne per fare il bucato. Ora il monumento viene utilizzato come fontanella per l’acqua potabile. Restaurato completamente nel 2016

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Numeri utili GENERALI

Carabinieri

112

Polizia Stradale

035.276.300

Polizia di Stato

113

Polizia Locale (centrale operativa) 

035.399.559

Vigili del Fuoco

115

Protezione Civile

035.399.399

Guardia di Finanza

117

Chiamata urgente su n° occupato 

4197

Corpo Forestale

1515

Pronto intervento ASM

800.014.929

Emergenza Sanitaria

118

Guasti fognature, acqua e gas   

035.216.162

Guardia medica

035.455.51.11

Enel (guasti luce) 

803.500

ATB     

035.236.026

Radio Taxi       

035.451.90.90

Pubblicato in Bergamo Hinterland, MERCATI SETTIMANALI PROVINCIA BERGAMO, PROVINCIA BERGAMO e Venerdì Mercati Bergamo

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