Sotto il Monte Giovanni XXIII

Portale Web del Comune di Bergamo – Isola Bergamasca

Sotto il Monte Giovanni XXIII è un comune italiano  della provincia di Bergamo in Lombardia situato all’estremità settentrionale dell’isola bergamasca, è delimitato dalle propaggini del Monte Canto.

 

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Popolazione Residente
4.503 (M 2.238, F 2.265)
Densità per Kmq: 879,5
Superficie: 5,12 Kmq
Codici
CAP 24039
Telefonico Prefisso 035
Codice Istat 016203
Codice Catastale I869
Informazioni
Denominazione Abitanti sottomontesi
Santo Patrono San Giovanni Battista
Festa Patronale 24 giugno
Etimologia (origine del nome)
Denominato Sotto il monte, in quanto era posto alle falde meridionali del monte Canto. La specifica, assunta nel 1963, onora il papa Giovanni XXIII, nativo del luogo.
Località e Frazioni di Sotto il Monte Giovanni XXIII
  • Botta
  • Brusicco
  • Fontanella
  • Pratolongo
Comuni Confinanti

 

Cosa visitare a Sotto il Monte Giovanni XXIII

 

Il comune è gemellato con
Marktl am Inn (Bavaria-Germania), dal 2009

MERCATO SETTIMANALE

Sotto il Monte Giovanni XXIII Via IV Novembre martedi 08:00/13:00 30 Banchi

 

CENNI STORICI DI SOTTO IL MONTE:

I primi insediamenti sul territorio comunale ebbero origine in località Bercio, e dovrebbero risalire al IX secolo quando l’intera provincia di Bergamo era assoggettata al dominio dei Franchi, i quali crearono l’istituzione del Sacro Romano Impero e con essa il feudalesimo.

Questi territori, posti in una posizione soleggiata sui declivi del monte Canto, vennero infeudati al vescovo di Bergamo, il quale a sua volta li diede in gestione ai monaci benedettini che vi si stanziarono in località Fontanella.

Fondato da Alberto da Prezzate, il priorato di Sant’Egidio caratterizzò profondamente la vita del borgo, a partire dagli edifici come la torre di San Giovanni, posta sulla sommità del monte. Conseguentemente il borgo che si sviluppò ai piedi di esso venne quindi identificato come Sotto il monte dei frati, poi ridotto in Sotto il Monte.

Durante il periodo medievale non si verificarono episodi di particolare rilievo, nemmeno i famigerati scontri tra le fazioni guelfe e ghibelline che imperversavano nel resto della provincia e nei comuni limitrofi. A tal riguardo si pensi che la torre di San Giovanni non venne mai utilizzata per fini difensivi o bellici, tanto da essere trasformata in torre campanaria già nel XIV secolo.

L’elemento che caratterizzò quei secoli fu la povertà degli abitanti, dediti a vivere con quello che il lavoro nei campi era in grado di fornire, riuscendo a malapena a soddisfare i requisiti minimi di sussistenza. A tal riguardo è chiara una testimonianza di quel tempo:

 

  « Qui non vi sono trafichi né mercantie, le persone sono povere lavoradori da terre et bracenti, quali non raccogliono a pena grani per il loro vivere; et questi non hanno alcun privileggio ma sottoposti a tutte le gravezze et a datii… »
   

È chiaro che le dominazioni che si susseguirono poco interessarono gli abitanti del borgo, che mantennero la struttura del nucleo abitativa quasi immutata fino al XX secolo.

Ed è proprio dopo la metà di quel secolo che per il paese di Sotto il Monte le cose cambiarono radicalmente: in primo luogo cominciò a svilupparsi un fenomeno di industrializzazione che cambiò il modo di vivere degli abitanti, che poco a poco abbandonarono l’agricoltura, ma soprattutto una persona originaria del borgo, Angelo Roncalli nato in frazione Brusicco il 25 novembre 1881, assurse agli onori delle cronache quando, il 28 ottobre 1958, venne elevato al soglio pontificio con il nome di Papa Giovanni XXIII.

Da quel momento Sotto il Monte balzò agli onori delle cronache e si legò indissolubilmente al nome del suo illustre cittadino, che ricordò sempre con orgoglio le sue umili origini

 

  « …vedete, bambini miei, queste pianure così ricche, sono i figli di San Benedetto venuti qui per primi dall’altro versante della montagna, che hanno insegnato ai nostri antenati, mille anni fa, a vangarle, zapparle, e renderle feconde »
 
(Papa Giovanni XXIII)

Dopo la morte del pontefice il paese, in suo onore, assunse l’attuale denominazione ufficiale di Sotto il Monte Giovanni XXIII.

 ed un intarsio policromo raffigurante Papa Giovanni XXIII.

Tuttavia l’elemento che ha caratterizzato da sempre il territorio è l’Abbazia di Sant’Egidio.

 SOTTO IL MONTE GIOVANNI XXIII

Il Comune di Sotto il Monte Giovanni XXIII è situato in un’area della Provincia di Bergamo denominata «Isola Bergamasca». Tale territorio ha una forma triangolare capovolta, la cui base è rappresentata, a nord, dal Monte Canto, mentre i due lati sono rappresentati dal fiume Brembo ed Adda, con il primo che si fonde nel secondo.

«…l’isola, nitidamente scandita tra Adda e Brembo…»
(documento della Serenissima, XVI secolo)

La zona si estende su una superficie prevalentemente pianeggiante di origine alluvionale, anche se a nord sono presenti alcune piccole formazioni collinari.
I comuni compresi sono 21: Ambivere, Bonate Sopra, Bonate Sotto, Bottanuco, Brembate di Sopra, Brembate, Calusco d’Adda, Capriate San Gervasio, Carvico, Chignolo d’Isola, Filago, Madone, Mapello, Medolago, Ponte San Pietro, Presezzo, Solza, Sotto il Monte Giovanni XXIII, Suisio, Terno d’Isola e Villa d’Adda, per un totale di oltre 102 chilometri quadrati ed una popolazione che supera i 90 mila abitanti (censimento 2001), con un’alta densità abitativa, pari a circa 900 abitanti per chilometro quadrato.
La zona dell’isola ha sempre mantenuto una propria precisa identità, e tutti i paesi che la compongono hanno in genere seguito lo stesso destino politico.
I primi insediamenti stabili si verificarono in epoca romana, quando i conquistatori istituirono una circoscrizione territoriale denominata “Pagus Fortunensis”. In quel periodo storico la zona dell’isola fu interessata da notevoli flussi commerciali e militari, vista la presenza di due strade di comunicazione che delimitavano il territorio: quella tra le città di Bergamo e di Milano a sud, ed un’altra che univa il capoluogo orobico a Como a nord.
Con la decadenza dell’impero romano i borghi dell’isola furono soggetti alle incursioni barbariche, che portarono anni di saccheggi e terrore tra la popolazione. Nel  VI secolo la situazione politica si stabilizzò grazie all’arrivo dei Longobardi prima, e dei Franchi poi. Questi sfruttarono la crescente importanza di questi territori, dovuta anche alla possibilità di navigare l’Adda risalendo fino al lago di Como, da cui era possibile poi raggiungere il centro Europa. Il fiume inoltre intersecava il passaggio con le sopracitate strade di collegamento tra Bergamo e le città di Milano e Como, garantendo grande vitalità commerciale. In questo periodo storico i territori vennero posti sotto la giurisdizione della chiesa plebana di Terno, considerato il borgo principale dell’isola: in tal senso preziosa è una testimonianza scritta che, risalente al 774, attesta il nuovo ordinamento.
Tuttavia, nel tardo Medioevo, questa posizione geograficamente e commercialmente favorevole si rivelò un elemento profondamente destabilizzante, vista la volontà delle varie signorie di ottenere il predominio sulla zona: numerose battaglie tra guelfi e ghibellini, ed in seguito tra gli eserciti del milanesi e veneziani, misero a dura prova la popolazione, che visse secoli di povertà, tanto che l’isola venne definita “il triangolo della fame”.
In tal senso molto chiara è la descrizione in un documento del tempo:
«Qui non vi sono trafichi nè mercantie, le persone sono povere lavoradori da terre et bracenti, quali non raccogliono a pena grani per il loro vivere; et questi non hanno alcun privileggio ma sottoposti a tutte le gravezze et a datii…»

La situazione parve migliorare con l’arrivo della Repubblica di Venezia, che inserì la zona nel distretto denominato Quadra dell’isola con capoluogo Terno, anche se le incursioni degli eserciti di ventura non erano affatto sporadiche. Venne effettuato il primo censimento degli abitanti, che nel XVI secolo arrivavano ad un numero pari a diecimila.
«Si chiama Isola per esser da due bande circondata et divisa dal Brembo e dall’Adda e dai monti, i monti sono dalla parte di tramontana; il Brembo da levante, l’angolo di Brembate di Sotto, et da mezzo di l’Adda da ponente»
(Giovanni Da Lezze, capitano della Serenissima, 1596)

Ai veneziani subentrò la Repubblica Cisalpina, subito sostituita però dagli austriaci, che la inserirono nel Regno Lombardo Veneto, considerando Chignolo capoluogo.
Con l’unità d’Italia avvenne un primo ma deciso processo di industrializzazione, che permise un notevole miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti. Un altro censimento, risalente al 1861  (anno che sancì l’inizio del Regno d’Italia), vide la popolazione aumentata fino a raggiungere la considerevole cifra di 26.519.

 CENNI STORICI

Le origini del Comune, denominato Sotto il Monte (in latino Sub Mons) per la sua caratteristica posizione ai piedi del Monte Canto, risalgono al IX secolo con i primi insediamenti in località Bercio. Questi territori, posti in una posizione soleggiata sui declivi del monte Canto, vennero infeudati al vescovo di Bergamo, il quale a sua volta li diede in gestione ai monaci benedettini che vi si stanziarono in località Fontanella. Fondato da Alberto da Prezzate, il Priorato di Sant’Egidio caratterizzò profondamente la vita del borgo, a partire dagli edifici come la torre di San Giovanni, posta sulla sommità del monte. Conseguentemente il borgo che si sviluppò ai piedi di esso venne quindi identificato come Sotto il monte dei frati, poi ridotto in Sotto il Monte.
L’antica torre di San Giovanni, sorta nell’anno 964 sulla sommità del colle rappresenta uno degli edifici-monumento più caratteristici e significativi non solo del paese ma dell’intera area delimitata tra i fiumi Adda e Brembo e dal Monte Canto denominata Isola bergamasca.
Sotto il Monte, piccolo paese sconosciuto della terra bergamasca, il 28 ottobre 1958 giunge alla ribalta delle cronache per aver dato i natali ad Angelo Giuseppe Roncalli, eletto quel giorno sulla cattedra di S. Pietro con il nome di Papa Giovanni XXIII.
Tra i gesti più significativi d’affetto e di stima dei cittadini di Sotto il Monte e dell’Italia intera nel confronti di Papa Roncalli spicca la nuova denominazione con comune da “Sotto il Monte” a “Sotto il Monte Giovanni XXIII” concessa dal Presidente della Repubblica Antonio Segni con proprio decreto n. 1996 del 8 novembre 1963.

ITINERARI DI SOTTO IL MONTE:

ABBAZIA DI S. EGIDIO
L’abbazia fu fondata nel 1080 da un nobile bergamasco, Alberto da Prezzate, ed esercitò un ruolo di notevole importanza socio-economica su tutta l’Isola nel sec. XII. Seguirono secoli di decadimento, ma nella seconda metà del ‘900 tornò a rivivere come centro di spiritualità grazie alla figura di David Maria Turoldo. Le tre absidi della chiesa sono orientate perfettamente ad est e scandite da semicolonne in calcare bianco che sorreggono un fregio ad archetti pensili in cotto.
Nel chiostro è sistemato il piccolo sacello contenente, secondo una leggenda, la tomba di Teiperga, sorella del fondatore Alberto da Prezzate. La pianta basilicale si compone di tre navate, coperte da capriate lignee a vista, e da un transetto con volta a crociera centrale su cui si innesta la torre campanaria, sorretta da quattro poderosi pilastri quadrilobati.
La separazione delle tre navate è data da due file di quattro colonne a stretto diametro terminanti con capitelli scolpiti. All’interno, si possono ammirare gli affreschi di età rinascimentale nel catino absidale, dove spicca al centro la figura del Cristo Pantocràtor in mandorlo, e un grande affresco a forma di polittico sulla parete di sinistra; sono successivi il piccolo affresco a sinistra dell’ingresso con S. Antonio Abate e S. Rocco, datato 1532 e quello della conca absidale di destra, eseguito nel 1570 da Cristoforo Baschenis di Averara.

 TORRE DI S. GIOVANNI
La torre di S. Giovani è legata alle origini del Comune di Sotto il Monte Giovanni XXIII. Sulla sommità del colle, amena località alle falde del Monte Canto, sorgeva nel remoto 964 un fortilizio, trasformato successivamente in torre campanaria, torrione con base quadrata, alto diciassette metri, gioiello indiscutibile di arte romanica. Vicino alla torre fu construita la prima chiesa parrocchiale dedicata a S. Giovanni Battista e consacrata il 4 maggio 1356.
Ricostruita nel 1455 e ampliata nel 1727. L’edificio era di stile romanico con un’unica navata e soffitto a capriate, illuminata da dieci finestre, un altare centrale e due laterali. Diversa descrizione della chiesa è riportata negli Atti della Visita Apostolica di S. Carlo Borromeo. La chiesa nel 1904 fu abbattuta e con il materiale derivante fu costruita l’attuale chiesa parrocchia di S. Giovanni Battista in luogo maggiormente accessibile ai fedeli.

 CHIESA DI SANTA MARIA IN BRUSICCO
La costruzione della Chiesa di S. Maria in Brucisso risale senza alcuni dubbio al 1450, come risulta dal testamento di Lucio de Ronchalis de Padrino del 4 agosto 1529.
In origine la chiesa era di stile romanico con elementi gotici, come gli archi a sesto acuto, e le pareti perimetrali erano ricoperte di affreschi. L’altare centrale, opera di Giuseppe Viggiù, venne collocato nel 1830. Sulla parete dell’altare destro vi è un quadro che rappresenta S. Antonio da Padova attribuito a Carlo Ceresa.
Gli affreschi della volta del presbiterio sono stati eseguiti dal pittore Vanni Rossi. Sul campanile vi sono tre antiche campane provenienti dalla torre di S. Giovanni. Il 25 novembre 1981 Angelo Giuseppe Roncalli venne battezzato in questa chiesa e il 15 agosto 1904 celebrò la prima messa nel suo paese natale e le prime comunioni.

 CAMAITINO
La costruzione è attribuita a Maitinus Roncalli dictus Maitinus de Valle Imania. Prima casa dei Roncalli e dimora estiva di Mons. Angelo Giuseppe Roncalli, sia da vescovo che cardinale.
L’istituto delle Suore Poverelle del Beato Luigi Maria Palazzolo restaurò l’edificio dandogli l’attuale destinazione di Museo che conserva i numerosi ricordi legati alla vita di Papa Giovanni XXIII.

 SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE CANEVE
Il santuario venne costruito nel  1727 in località Canève.
All’interno è situato un altare sopra il quale domina un antico affresco riscoperto negli ultimi anni, forse coevo degli affreschi di Camaitino. Lateralmente è posta una tela raffigurante una Madonna con Bambino benedicente, di autore ignoto.

 CHIESA PARROCCHIA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
La prima pietra del nuovo edificio di culto, progettato dall’arch. Virginio Muzio, fu posata il 20 agosto 1902 dal Vescovo di Bergamo Mons. Gaetano Camillo Guindani. Tra i presenti vi era anche il giovane seminarista Angelo Giuseppe Roncalli.
Una parte del materiale necessario alla costruzione fu ricavato dalla demolizione dell’antica chiesa parrocchiale eretta sul Colle S. Giovanni. La nuova chiesa fu benedetta il 21 settembre 1912 da Canonico Mons. Morlani e il giorno seguente, Mons. Radini Tedeschi, Vescovo di Bergamo, la inaugurò al culto dei fedeli.
Il 21 dicembre 1923 il Genio Civile di Bergamo dispose la chiusura dell’edificio a causa di alcune infiltrazioni e nel 1926 vennero realizzate alcune opere per le messa in sicurezza e il ripristino.
La consacrazione della chiesa avvenne il 21 settembre 1929 da parte di Mons. Angelo Giuseppe Roncalli, al tempo vescovo di Areopoli e visitatori apostolico.

 CASA NATALE DI PAPA GIOVANNI XXIII E SEMINARIO DEL PONTIFICIO ISTITUTO MISSIONI ESTERE
Venerdì 25 novembre 1881 alle ore 10.15, in via Brusicco 42, nel Palazzo dei proprietà dei conti Morlani, nacque Angelo Giuseppe Roncalli, quartogenito di tredici figli. La patriarcale famiglia Roncalli, destinata ad ingrandirsi ulteriormente, si trasferì nel 1893 nel vicino edificio della Colombera.
Attualmente la casa natale, custodita dai padri del PIME, è un museo di ricordi dedicato al San Giovanni XXIII e alle sue umili tradizioni.
La cascina appare con un ampio porticato a tre arcate, facciata tinteggiata di rosa antico e una rustica scala in legno che porta alle semplici stanze.
Entrati nella casa natale si sale al piano superiore ed è possibile visitare la stanza dove il 25 novembre 1881 venne alla luce il futuro Papa Giovanni XXIII. In questa stanza si trova il letto dei genitori, un cassettone-scrivania e un quadro raffigurante la Vergine.
Nelle vicinanze della casa natale sorge il Seminario del P.I.M.E. (Pontificio Istituto Missioni Estere), società di vita apostolica composta da missionari e fondato il 31 luglio 1850 da Padre Angelo Ramazzotti.
La prima pietra del P.I.M.E. di Sotto il Monte Giovanni XXIII fu benedetta da Papa Roncalli il 18 marzo 1963, l’inaugurazione avvenne il 30 ottobre 1965 alla presenza del Cardinal Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano, e di Mons. Clemente Gaddi, vescovo di Bergamo.
Il Seminario del PIME, per anni, luogo di formazione per i futuri missionari è attualmente un luogo di ritiro e preghiera per gruppi provenienti dall’Italia e dall’estero.

 CHIESA PARROCCHIA DEL SACRO CUORE IN BOTTA DI SOTTO IL MONTE
La chiesa è dedicata al Sacro Cuore di Gesù, opera dell’ing. Luigi Angelini del 1927.
Lo stile è monumentale, eclettico, le forme interne sono di ispirazione rinascimentali.
La benedizione della prima pietra è dell’8 ottobre 1928 e la consacrazione del 25 agosto 1932. La facciata è caratterizzata da elementi architettonici in pietra arenaria. All’interno della chiesa sono custodite tele di Giambattista Paganessi e Pietro Malandi.

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035.276.300

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Guardia medica

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