DESCRIZIONE
Osio Sopra
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Osio Sopra è un comune italiano della provincia di Bergamo in Lombardia situato nella pianura centrale bergamasca, dista circa 10 chilometri a sud dal capoluogo orobico BREGAMO.
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Popolazione Residente | |
5.222 (M 2.589, F 2.633) Densità per Kmq: 1.038,2 Superficie: 5,03 Kmq |
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Codici | |
CAP | 24040 |
Telefonico | Prefisso 035 |
Codice Istat | 016152 |
Codice Catastale | G159 |
Informazioni | |
Denominazione Abitanti | osini |
Santo Patrono | San Zenone |
Festa Patronale | 12 aprile |
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Osio Sopra | Via Montessori | mercoledi | 35 Banchi |
CENNI STORICI
CENNI STORICI
La storia del paese è strettamente legata con quella di Osio Sotto, con il quale ha condiviso gran parte delle proprie vicende storiche.
I primi insediamenti stabili si verificarono in epoca romana, quando sul territorio era presente un’importante via di comunicazione che partiva dalla città di Milano e, passando dal Ponte corvo in località di Marne, giungeva fino a Bergamo. Nel capoluogo l’ultimo tratto di questa strada era chiamato appunto via Osio, fatto che ribadiva l’importanza del borgo osiense.
In quei tempi ad Osio si verificò un’importante opera di centuriazione, con la quale si ebbe un primo sviluppo urbanistico del pagus, in cui ricoprì grande importanza la famiglia patrizia della gens Otia(o gens Oxia), da cui poi ebbe origine il toponimo.
Con il termine dell’impero romano il territorio cominciò a spopolarsi in seguito alle invasioni barbariche, che lo resero insicuro e pericoloso. Soltanto l’arrivo dei Longobardi acquietò la situazione, che conobbe un ulteriore sviluppo con il successivo avvento dei Franchi. Questi ultimi crearono i presupposti per la formazione del Sacro Romano Impero, istituzione che diede il via al feudalesimo.
Ed è in questo periodo storico che appaiono i primi documenti scritti che attestano l’esistenza di Osio, menzionato in atti del X secolo.
Inizialmente affidato in gestione alla diocesi di Bergamo, il territorio fu presto al centro delle mire espansionistiche delle famiglie più in vista, tanto da rendere obbligatoria la costruzione di un castello a scopi difensivi, in cui la popolazione poteva rifugiarsi in caso di attacco.
Nel mezzo di queste lotte di fazione tra guelfi e ghibellini, Osio subì una serie di incursioni, dovute alla sempre maggiore importanza che il centro andava assumendo, anche per via delle attività estrattive di salnitro. Sono documentati scontri tra le opposte fazioni nel 1299, anche se il massimo livello di recrudescenza del fenomeno si ebbe negli anni compresi tra il 1405 ed il 1407.
La situazione si tranquillizzò quando, nel 1427, Osio entrò a fare parte della Repubblica di Venezia. Questa emanò una serie di decreti volti a migliorare le condizioni sociali ed economiche dei propri domini, permettendo un rapido sviluppo economico trainato dall’agricoltura e dall’allevamento. I secoli successivi non videro più accadere episodi di rilievo ad Osio, che seguì le sorti politiche del resto della provincia, inserita nella Repubblica Cisalpina nel 1797, trasferita nel 1815 nel Regno Lombardo-Veneto ed infine definitivamente unita al Regno d’Italia nel 1859.
Nel primo decennio del XX secolo in località Rasica, situata sul confine con Osio Sotto, si sviluppò un piccolo aeroporto che tuttavia ebbe vita breve, dal momento che qualche anno più tardi venne sostituito da quello sito ad Orio al Serio e tutt’ora operante.
Soltanto a partire dalla seconda metà del XX secolo il territorio fu interessato da un progressivo abbandono delle attività rurali, sostituite da un notevole incremento industriale.
Luoghi d’interesse
In ambito religioso molto importante è la chiesa parrocchiale di San Zenone che, risalente al medioevo, racchiude opere pittoriche di buon pregio di pittori lombardi. Si racconta inoltre che questo edificio sacro venne edificato con il materiale di un antico castello, di cui ora non esistono resti.
Sempre in ambito religioso molto importante è il Santuario della madonna della Scopa, posto nelle vicinanze con il confine con Osio Sotto. Edificato nel XV secolo, inizialmente aveva dimensioni molto ridotte, per poi essere più volte ampliato, l’ultima delle quali all’inizio del XX secolo, quando assunse l’attuale configurazione. Molto caratteristiche sono le sue pareti, completamente dipinte. La tradizione vorrebbe far risalire il nome al fatto che la Madonna dovette intervenire direttamente per pulire il vecchio edificio sacro lasciato in uno stato di abbandono.
Infine merita menzione il Palazzo Camozzi-Andreini che, conosciuto anche come palazzo delle Gigine, venne edificato nel XVIII secolo come biblioteca.
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